giovedì 20 dicembre 2018

Il tempo atmosferico e il clima

Le stagioni
Le stagioni sono periodi di tempo caratterizzati da particolari condizioni meteorologiche.
Il primo fattore che influisce sulle condizioni meteorologiche è quello del calore ricevuto. Come in una stanza la variazione di temperatura è determinata da quanto tempo rimane acceso il calorifero e a quanta intensità viene regolato, così i diversi punti del pianeta ricevono una quantità di raggi solari di maggiore o minore durata e di maggiore o minore intensità.

La quantità di raggi solari/insolazione
La quantità di raggi solari varia nel corso dell'anno alle diverse latitudini per durata e per intensità. Sia la durata (rappresentata dal grafico qui sotto) che l'intensità sono un effetto dovuto ai moti terrestri della rotazione su un asse inclinato e della rivoluzione attorno al sole.






Il clima di Milano

Tempo atmosferico
Il tempo atmosferico (o meteorologico) è costituito dall'insieme dei fenomeni atmosferici di un luogo in un determinato momento. In genere per descrivere il tempo atmosferico si ricorre ai suoi elementi più significativi: temperatura, umidità, pressione, precipitazioni, venti, copertura nuvolosa.

Elementi del tempo atmosferico, strumenti e unità di misura
  1. La temperatura è la quantità di agitazione delle molecole dell'aria; si misura con il termometro e si esprime in gradi centigradi sopra o sotto zero. In altri paesi l'unità di misura è il grado fahrenheit (0°C equivalgono a 32°F - conversione centigradi-fahrenheit). [guarda le temperature attuali]
  2. L'umidità atmosferica indica l'umidità relativa, cioè il rapporto tra la quantità di vapore contenuta in una massa d'aria e la quantità massima che il volume d'aria può contenere; si misura con l'igrometro e si esprime in numero percentuale da 0 a 100% (una umidità del 100% indica che l'aria è satura di vapore acqueo). [guarda la situazione attuale dell'umidità]
  3. La pressione atmosferica indica il peso dell'aria, si misura con il barometro e si esprime in millibar. La pressione atmosferica normale a livello del mare a 0°C è di 1013,25 mbar. (un esempio di carta della pressione con le curve isobare) [guarda lo stato attuale della pressione atmosferica]
  4. Le precipitazioni sono tutti i fenomeni che portano il trasferimento di acqua (allo stato liquido o solido) dall'aria al suolo. La principale è la pioggia, ma ci sono anche neve, grandine, rugiada, brina. Si misurano con un pluviometro (qui un altro esempio), cioè un contenitore graduato che calcola la quantità di pioggia per unità di tempo. [guarda le precipitazioni attuali e nelle prossime 6 ore]
  5. venti (orizzontali) sono spostamenti di masse d'aria provocati da differenze di pressione tra due aree. L'aria si sposta da un'area di alta pressione (A) verso una zona di bassa pressione (B) con una velocità proporzionale alla differenza di pressione e inversamente proporzionale alla distanza. I venti si misurano con l'anemometro  e si esprimono in m/s o Km/h indicando la direzione di provenienza. [guarda la situazione attuale dei venti]
  6. La copertura nuvolosa esprime la quantità di cielo che è coperto e impedisce ai raggi del sole di giungere sul terreno. L'unità di misura è l'okta (cioè quanti ottavi di cielo sono coperti). [guarda lo stato attuale della copertura del cielo d'Italia]
Meteonetwork offre una mappa in tempo reale che raccoglie le misurazioni di temperatura, umidità, pressione, punto di rugiada, vento, precipitazioni, neve, indice UV, irraggiamento solare.

Clima
Il clima indica il comportamento medio del tempo atmosferico calcolato su un arco temporale di almeno 30 anni.
Per descrivere un clima si utilizzano principalmente due elementi: l'andamento della temperatura, l'andamento delle precipitazioni.
Per poter rappresentare graficamente il clima si utilizza un tipo di grafico misto chiamato climatico o termopluviometrico, nel quale un diagramma cartesiano rappresenta l'andamento della temperatura nel corso dell'anno e un grafico a barre o colonne indica le quantità di precipitazioni, raccolte per mese.
Tabelle con dati climatici:

Scheda su come creare e leggere un grafico climatico (assegnata 15 gennaio 2019)

Informazioni climatiche su Internet:
Climate-Data.org climi di singole città, climi caratteristici di continenti
Weather Spark analisi climatica molto dettagliata di località sulla Terra
Caput frigoris alcuni record climatici

I fattori del clima
  1. Latitudine: è la distanza di un luogo dall'Equatore. A causa della curvatura terrestre e dell'inclinazione dell'asse, procedendo verso i poli diminuisce l'intensità dei raggi solari e nel corso dell'anno si ampliano le oscillazioni tra ore di luce e ore di notte. I due parametri di intensità dei raggi e di durata del dì, determinano la quantità di insolazione che incide direttamente sulla temperatura.
  2. Altitudine: i raggi solari attraversano l'atmosfera e colpiscono il terreno. La loro alta frequenza viene assorbita solo in misura ridotta dall'aria. Quando toccano il terreno invece una gran parte viene assorbita e una minore riflessa. I raggi assorbiti si trasformano in radiazione a bassa frequenza (infrarossi) che vengono bene assorbiti dall'aria e dall'acqua. Per questo motivo l'atmosfera è riscaldata in maggior misura per irradiamento del terreno ed è più calda a livello del suolo. A questo occorre aggiungere che l'aria, mano a mano che si sale di quota, diminuisce di densità e di umidità e quindi perde capacità di trattenere calore. Il risultato è un  calo medio della temperatura di  0,6°C ogni 100 mt.
  3. Presenza masse d'acqua: la vicinanza o distanza dalle masse d'acqua determina due importanti conseguenze:
    a) effetto di mitigazione: a causa dell'alto calore specifico dell'acqua, le masse d'acqua esercitano sul clima un effetto mitigante: nei mesi caldi quando l'aria è più calda delle acque, esse assorbono energia dall'aria, rendendola meno torrida; nei mesi freddi, quando l'aria è più fredda delle masse d'acqua, esse cedono all'aria progressivamente il calore accumulato, rendendo gli inverni meno rigidi.
    b) presenza di vapore acqueo: le masse d'acqua per effetto del sole e della temperatura evaporano trasformandosi in vapore acqueo che tende a trasformarsi in nuvole e poi a precipitare. Le zone vicine alle masse d'acqua hanno quindi in genere maggiore evaporazione e maggiori precipitazioni. Questo accade in misura minore anche nelle zone boschive e con molta vegetazione.
  4. Correnti marine: le correnti marine sono enormi masse d'acqua, come grandi fiumi, che si muovono negli oceani e nei mari trasportando acque più calde o più fredde di quelle circostanti. Correnti calde aumentano la temperatura e producono maggiore evaporazione e viceversa correnti fredde fanno il contrario.
  5. Circolazione atmosferica: i venti sulla terra sono di tre tipologie: costantiperiodici (o stagionali), occasionali. I venti spostano le nubi e così possono portare le piogge anche in aree distanti dalle masse d'acqua, ma diversamente spostando le nubi possono anche rendere più secche zone vicine alle masse d'acqua. Caratteristici per il clima sono gli alisei, venti costanti, che soffiano dai tropici verso l'equatore e i monsoni, intensi venti stagionali che soffiano in un periodo dell'anno verso il mare e nell'altro verso la terra.
  6. Catene montuose: le catene impediscono o riducono il passaggio dei venti; conseguenza positiva è che possono proteggere da venti freddi o fastidiosi, conseguenza negativa è che impediscono anche il passaggio delle nubi e questo rende più aride quelle regioni che le catene separano dai mari. Inoltre esse determinano variazioni nelle ore di luce, a causa dell'ombra che gettano sui versanti e i fondovalle.
Creare un grafico climatico
Per creare un grafico climatico occorre disporre dei dati delle temperature medie mensili di una località e delle sue precipitazioni medie mensili e raccoglierli in una tabella.
Osservati i dati, bisogna stabilire la scala in cui realizzare il grafico, cioè il rapporto tra spazio e valore di temperatura o di precipitazione.
A questo punto si può realizzare il grafico che rappresenti sull'asse delle ascisse il tempo, suddiviso nei 12 mesi dell'anno e sull'asse delle ordinate, tramite un doppio asse, le temperature e i millimetri di precipitazione.

Leggere e interpretare un grafico climatico
Leggere il grafico comporta il comprendere il significato dei simboli che vengono utilizzati e in particolare qual è l'andamento delle temperature e delle precipitazioni.
Per le temperature è sempre importante stabilire l'escursione termica annua, mentre per le precipitazioni stabilire se il luogo è tendenzialmente umido o secco e se il comportamento è costante o subisce variazioni significative. Incrociando l'andamento di temperatura e precipitazioni, si deve distinguere la presenza di stagioni e la loro caratteristica (esempi: il clima presenta quattro stagioni, con un'estate poco calda e poco piovosa e un inverno freddo e umido; il clima è caratterizzato da un'estate calda e umida e un inverno temperato e secco; il clima presenta una sola stagione molto calda e secca; il clima è caratterizzato da un'estate molto piovosa e abbastanza calda e un inverno temperato e poco umido).
Interpretare un grafico climatico invece richiede il cercare di capire quali fattori climatici hanno prodotto un determinato comportamento

Le modifiche del clima
L'effetto serra (video di 4' con quiz) - Il riscaldamento globale (video di 7')

Lettura e interpretazione dei grafici climatici di alcune città
I grafici e le città: 4 Sydney (Fassera, Panacea), 5 Bogotà (Faraon Fantoni), 6 Irkutsk (Miccoli Mantegazza), 7 Arica (Berian Lazzarini), 8. Palermo (Oggioni Pastore), 9 Anchorage (De Mitri Villa), 10 Manaus (Riva Villiargio), 12 Città del Messico (Rinaldi Rostin), 13 Verchojansk (Casali Hossain), 15 Columbia (El Archi Martini), 18 Santiago del Cile (Comandé Marcozzi), 21 Hiroshima (Cesaro Peraboni)
Le città sul planisfero

Raccolta di grafici climatici


































martedì 27 novembre 2018

Indicazioni per il tema

Per affrontare il tema segui queste fasi di lavoro:

Analisi del titoloosserva bene il titolo per individuare argomentotipologia e generedestinatario
(espositivo, argomentativo, narrativo, espressivo, descrittivo) (tema generale, lettera, racconto, diario, saggio, articolo) (il destinatario è in fondo sempre l’insegnante)

Raccolta delle idee: cerca e trascrivi le domande che esplorano l’argomento, con attenzione a ciò che ti chiede il titolo, alle informazioni che ti giungono dall’esperienza e alle conoscenze che tu possiedi sull’argomento. (faccio un esempio che è per forza solo indicativo: cosa so di questo fenomeno o fatto, quando accade, perché, come lo vivo, come reagisco, che giudizio ne ho e perché, come lo vivono o considerano gli altri?)
Scrivi sul foglio di brutta le risposte nella forma di semplici frasi affermative, una sotto l’altra. Fai attenzione, nel tuo tema ti serviranno le risposte, non le domande.
Al termine individua l'idea più importante, quella rispondente alla richiesta del tema che ritieni più significativa. Essa potrà diventare il nucleo di maggior valore del tuo tema. Sviluppala con attenzione ad esplicitare ampiamente l’idea e ad esprimerla con cura.
Ora ordina le altre affermazioni secondo un percorso che ritieni logico ed efficace. Non è detto che tu debba usare tutte le idee che hai appuntato o non possa aggiungerne altre in seguito o non possa mutare l’ordine stabilito.

Svolgimento del tema: dividi il tema grossomodo in 3 parti: una introduzione dell’argomento, lo svolgimento del tema, nel quale sviluppi le diverse idee che hai raccolto e ordinato, la conclusione.

Correzione e ricopiatura: una prima lettura verifica la pertinenza, la coerenza e la chiarezza delle idee; una seconda lettura verifica l’ortografia, la sintassi, la punteggiatura. Prendi sempre nota di quali sono le tue debolezze, in modo da saper dare maggiore attenzione a determinati tipi di errori. A questo riguardo puoi creare una scheda sulla quale annotare i tuoi errori più frequenti

lunedì 26 novembre 2018

Le coordinate geografiche e i fusi orari

Per indicare la posizione di un punto sulla superficie terrestre si utilizzano le coordinate geografiche, cioè una coppia di numeri, la latitudine e la longitudine, che esprimono in gradi la distanza di quel punto dall'equatore e dal meridiano fondamentale.
  • Poli: sono i due punti in cui l'asse terrestre interseca la superficie. Si distinguono in polo Nord e polo Sud.
  • Equatore: è la circonferenza individuata dall'insieme dei punti equidistanti dai poli. Divide il globo terrestre in emisfero nord o boreale ed emisfero sud o australe.
  • Latitudine: è la distanza angolare di un punto dall'equatore. Si esprime con un valore in gradi Nord o Sud che va da 0 a 90°. Es. 63°23'31'' N.
  • Paralleli: sono le circonferenze parallele all'equatore individuate dall'insieme di punti aventi al stessa latitudine. Mano a mano che aumenta la latitudine e si procede verso i poli le circonferenze diminuiscono e al polo coincidono con il punto del polo. Sono in tutto 180.
  • Meridiani: sono semicirconferenze immaginarie che uniscono un polo all'altro. Si considera per convenzione il meridiano che passa per Greenwich come meridiano fondamentale o meridiano 0 (zero). Esistono 180 meridiani est e 180 ovest rispetto a quello fondamentale. Il termine deriva dal latino meridies = mezzogiorno, perché il meridiano unisce tutti i punti della terra in cui è mezzogiorno nello stesso istante.
  • Longitudine: è la distanza angolare di un punto dal meridiano fondamentale. Si esprime con un valore in gradi Est o Ovest rispetto al meridiano fondamentale.

  • Reticolo geografico: l'incrocio di paralleli e meridiani determina la creazione di un reticolo immaginario.

  • Tropici: sono i due paralleli posti a 23°26'16" N e S che delimitano l'area su cui il sole può arrivare allo zenit (perpendicolare assoluta). Sui due tropici il sole è allo zenit solo nel solstizio di estate (tropico del Cancro) e in quello d'inverno (tropico del capricorno),
    Moti della terra e stagioni

Qualche esempio:
45°35'32.2"N 9°18'25.9"E (Istituto Mapelli);
38°53'51.7"N 77°02'11.6"W (White House);
33°51'23.8"S 151°12'54.8"E (Opera House, Sydney)
esercitati su un planisfero dotato di reticolo geografico

Esercizio:
1. Individua sulla carta i punti aventi le seguenti coordinate:
A = 60°N, 160°W --- B = 20°N, 0° --- C = 20°S, 140° E --- D = 90° S --- E = 20°S, 45°E
F = 45°N, 12°E --- G = 0°, 140°W --- H = 70°N, 170°E --- I = 80°S, 100°W

2. Scrivi le coordinate dei punti segnati sulla carta con dei quadratini rossi


I fusi orari
In uno stesso momento alle diverse longitudini il sole si trova in un punto differente del suo percorso apparente e per questo motivo non è possibile adottare lo stesso orario sulla superficie del globo. Per dare un ordine agli orari la superficie terrestre viene divisa in 24 fasce, chiamate fusi orari, ciascuno dei quali comprende 15 (360:24) meridiani e assume come ora civile l’ora astronomica del meridiano centrale. Il fuso di riferimento per tutti è quello in cui si trova il Meridiano di Greenwich. Questo fuso viene chiamato Tempo Coordinato Universale (UTC) o Tempo medio di Greenwich (GMT). I fusi che si trovano a est dell'UTC aggiungono una o più ore, quelli a ovest sottraggono una o più ore. Il fuso +12 confina con il fuso -12 attraverso la linea di cambiamento di data.

lunedì 5 novembre 2018

Civiltà della Mesopotamia

Mappa con alcune civiltà

Civiltà  origine e provenienza
luogo e tempo comparsa
 periodo di apice
data fine/scomparsa
 rapporto col territorio e risorse organizzazione politica e civile, amministrazione  tratti caratteristici, conoscenze, idee, personaggi, eventi 




lunedì 17 settembre 2018

L'unicità del linguaggio umano

incontro avvenuto al Meeting di Rimini il 23 agosto 2017
relatori: Andrea Moro, Giorgio Vallortigara, moderatore Marco Bersanelli
vai al video dell'incontro

Introduzione di M. Bersanelli

Se c’è un tema affascinante, misterioso, semplice e al tempo stesso inesauribile è proprio quello del linguaggio umano. Non c’è in effetti un’esperienza più elementare di questa nostra capacità di usare il linguaggio, di esprimerci con la parola. Ne facciamo uso quotidianamente, ne sto facendo uso io ora. Ma dal punto di vista della ricerca scientifica quale sia la natura del linguaggio è un problema talmente profondo che forse solo oggi con molta difficoltà si sta incominciando a capire qualcosa. Ma certamente molto di più è quello che ancora non si comprende. È un tema che abbiamo già affrontato qui al Meeting altre volte e abbiamo voluto ritornare su questo argomento perché, come vedremo, è profondamente legato proprio al tema di questo Meeting. Noi tutti ci rendiamo conto che da una parte il linguaggio appare essere una prerogativa dell’uomo, del nostro essere uomini. D’altra parte ci rendiamo tutti conto anche che certi animali, in qualche maniera, in qualche misura, rudimentale fin che si vuole, comunicano senz’altro fra di loro. Oggi anche le macchine in qualche senso hanno un linguaggio, anzi sicuramente lo hanno, parliamo di linguaggi diversi con cui noi comunichiamo con le macchine e le macchine a loro volta ci danno delle risposte in qualche senso. Ma, appunto, in che senso? Addirittura oggi sappiamo che ci sono macchine che spontaneamente tendono a comunicare tra di loro. È una notizia molto recente. Sono nuove domande che emergono. Ma allora che cos’è il linguaggio umano? È soltanto una versione quantitativamente più estesa, un po’ più sofisticata del linguaggio animale in generale? Oppure una sorta di variante tra le mille possibili dello stesso tipo di linguaggio con cui le macchine possono comunicare? Oppure nell’uomo c’è un salto qualitativo che lo rende qualcosa di unico nel panorama naturale? E poi, per noi esseri umani il linguaggio è solamente un modo di comunicare o ha a che fare con la possibilità stessa del pensiero? Con la nostra capacità di riconoscere e di cercare il senso delle cose? E fino a che punto l’indagine scientifica con la sua metodologia è in grado veramente di affrontare fino in fondo e di cercare una risposta a queste domande? E a che punto diamo dal punto di vista della ricerca scientifica su questo? Ecco, a condurci al cuore di questi interrogativi oggi abbiamo due ricercatori italiani, ma che sono due ricercatori di fama internazionale: Andrea Moro e Giorgio Vallortigara.


Intervento di A. Moro: da 8’30” a 46’

1) Cosa secondo il relatore rende "unico" il linguaggio umano?

2) Individua un passaggio, un'affermazione che ti ha sorpreso o interessato, oppure che ti risulta strano o poco comprensibile. Trascrivilo sul quaderno e indica a quale minuto del video si trova.